Il Gazzettino
Isaac Karabtchevsky tra i maggiori interpreti del compositore boemo, si impone per la capacità di consiliare le memorie della tradizione viennese con l’impegno di rendere attuale il pensiero mitteleuropeo. Parafrasando un celebre giudizio potremo affermare che in Malher “quel che è per la prima volta è sempre un ritorno”. Questo vale per l’interpretazione dell’altra sera, intensamente legata ad un retorterra culturale, che ha come lontano punto di riferimento Bruno Walter, e nel contempo tesa ad una indagine analitica al paso con le esigenza della contemporaneità. (…) Karabtchevsky con formidabile coscienza strutturale, ma anche con singolare varietà di scelte interpretative che rispettano la logica musicale della sorpresa, ma senza opzioni clamorose ed effettistiche. In questa versione la grandiosità monumentale andava di pari passo con la introspezione cameristica.
Mario Messinis, Il Gazzettino
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